Inaugurata nel 1964 da Aldo Moro, dopo solo 8 anni di lavori, per complessivi 760 km l’Autostrada del Sole (A1) rappresenta uno dei gioielli dell’ingegneria Italiana. Il Consorzio SISI (Società Iniziative Strade Italiane) composta dalla Fiat, Pirelli, Agip e Italcementi si occupò dello studio di fattibilità.
Il primo tratto, Milano Piacenza , non presentò particolari problematiche, ma sul fiume PO l’Ing. Silvano Zorzi costruì una delle più grandi opere in precompresso d’Europa. A Bologna fu la volta dell’Ing. Morandi Riccardo che progettò molteplici viadotti
Lo stile preponderante è quello del ponte Robert Maillart (ingegnere svizzero): arco portante con montanti verticali che poggiano su di esso e che, a loro volta, reggono l’impalcato orizzontale; la costruzione risulta economica e veloce grazie alla centina Innocenti, invenzione ad opera di Ferdinando Innocenti (imprenditore italiano produttore di ponteggi tubolari adottando un sistema di montaggio e smontaggio particolarmente rapido).
La precompressione del calcestruzzo, idea tecnicamente geniale, ebbe nel periodo un grande sviluppo e molte opere e viadotti dell’autostrada vantano l’adozione di questa tecnica, seppure, come abbiamo potuto constatare purtroppo con il viadotto sul Polcevera, è necessaria una manutenzione adeguata per garantirne la durabilità nel tempo.
Sul tratto tra Firenze e Bologna due viadotti adf arcata (Gambellato e Merizzano) portano la firma dell’ing Giulio Krall, direttore tecnico della Ferrobeton e tra l’altro progettista della prima Metropolitana di Milano e della Torre Velasca; un pioniere della scienza delle costruzioni con particolare interesse per lo sviluppo del sistema a trave Nilsen.
Ultimo ponte ad essere realizzato sull’A1, a Levane, presenta una struttura disegnata secondo la funicolare dei carichi ed incastrata agli appoggi.
La costruzione di questa complessa opera infrastrutturale rappresenta anche oggi la creatività degli ingegneri italiani capaci di risolvere le tematiche con genialità e sapienza.