Scopri le differenze tra consolidamento statico e sismico
Il consolidamento è l’insieme di interventi atti a rinforzare e rendere stabile un qualcosa.
Il termine consolidamento può essere applicato in vari ambiti, ma in architettura e ingegneria il suo significato è preciso e si adotta per esprimere le attività progettuali ed esecutive che mirano al miglioramento del livello di sicurezza di una struttura rispetto a possibili sollecitazioni esterne che si abbattono su di essa e che ne compromettono la stabilità.
Per far questo bisogna pertanto definire un insieme di processi teorici e pratici che tendono al ripristino, in una struttura in muratura o in cemento armato o in acciaio, del livello di sicurezza ottimale in funzione delle azioni esterne attese o prevedibili.
La tecnica delle costruzioni è pertanto la branca dell’ingegneria ove il consolidamento strutturale trova il suo settore specifico e la sua caratterizzazione circa gli studi o le prove che si prefigurano per determinare gli interventi che bisogna attuare su una struttura esistente, della quale bisogna conoscere, se possibile la storia, e per il quale occorra procedere al consolidamento.
Consolidamento statico
Il consolidamento statico comprende ogni intervento relativo alla scelta ed all’attuazione delle misure necessarie alla messa in sicurezza statica di parti strutturali o portanti di edifici o più edifici tra di loro collegati strutturalmente, come nel caso di interventi nei centri storici dove la progettazione va eseguita globalmente e non su singoli manufatti.
Il consolidamento statico consiste pertanto nel trasferire i carichi derivanti dalle sollecitazioni esterne a quelle strutture non interessate dal cinematismo il cui approccio consente la determinazione delle azioni orizzontali che le parti resistenti della struttura assorbono o sopportano durante l’evoluzione del cinematismo medesimo.
Gli interventi di questo tipo consentono una minima invasività architettonica abbinata a notevoli vantaggi strutturali.
Esempi sono il rifacimento dei solai, l’incamiciatura di pilastri, rifacimento di pareti armate, rinforzo di fondazioni, iniezioni di malta o resine, applicazioni di tiranti e connettori.
Consolidamento sismico
Miglioramento sismico e adeguamento sismico
Non vanno confuse le due dizioni e pertanto ne riportiamo le definizioni:
1) Miglioramento sismico.
Si riferisce ad ogni pratica d’intervento utile a migliorare la risposta sismica di una costruzione già esistente alle azioni esterne provenienti da un sisma.
2) Adeguamento sismico.
Concerne il raggiungimento di un adeguato livello di sicurezza rispetto all’azione sismica per come prescritto dalle vigenti norme tecniche sulle costruzioni.
In entrambi i casi si ha una riduzione dl rischio sismico ma di diversa efficacia e livello, nel senso che è massimo il valore richiesto dalle norme nel caso di adeguamento e di grado variabile nel caso di miglioramento.
L’adeguamento sismico
Entrando nello specifico l’adeguamento sismico su un edificio esistente deve raggiungere un grado di sicurezza simile a quello di una nuova costruzione.
Mentre il miglioramento esprime un valore percentuale rispetto al grado di sicurezza raggiungibile da un nuovo edificio e pertanto costituisce solo una riduzione del rischio sismico.
L’adeguamento sismico è obbligatorio per chi deve effettuare:
sopraelevazioni; ampliamenti; cambi di destinazione d’uso; aumenti di carichi; lavori di tipo strutturale che trasformano l’edificio in un organismo diverso dal precedente.
Gli interventi efficaci di adeguamento hanno l’obiettivo di aumentare la resistenza delle strutture sia a livello globale che a livello locale unitamente all’aumento della rigidezza della resistenza e della duttilità.
Il miglioramento sismico comprende tutti gli interventi che sono utili per aumentare la sicurezza strutturale in atto senza che si raggiunga il livello richiesto di un adeguamento sismico.
Ma anche in caso di miglioramento è propedeutico valutare la sicurezza globale della struttura.
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